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FUORI COLLANA
Nobiltà Goriziana & Musica di
Gioacchino Grasso |
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É
noto che le Arti, e in particolare la Musica, hanno goduto di una posizione
di privilegio presso le famiglie blasonate e che il loro munifico e generoso
mecenatismo ha giovato non poco a farle fiorire; anche a Gorizia infatti molti
personaggi appartenenti al ceto aristocratico si sono distinti in tal senso.
Nel campo musicale, a parte coloro, tutt'altro che pochi, i quali sono stati
attenti e appassionati fruitori (a chi non è dato il dono della musica
è aperto tuttavia il dono di nutrirsi della musica), non sono mancati
quelli che hanno coltivato la loro passione per questa arte, diventando dei
buoni dilettanti, se non addirittura degli amateurs molto interessati, oppure
eccellendo quali compositori, concertisti o cantanti nei loro salotti durante
i trattenimenti musicali riservati ovviamente ad una cerchia di persone piuttosto
ristretta.Tra costoro poi vanno segnalati quelli che, prestando il loro apporto
artistico per lo più per diletto o per scopi filantropici, hanno dato
prova, esibendosi nei circoli privati o in altre sedi nel corso di manifestazioni
pubbliche, di eseguire musica con una competenza tutt'altro che dilettantesca
e di raggiungere non raramente livelli artistici tali da non temere il confronto
con i professionisti. Anzi la loro cultura, preparazione tecnica, musicalità
suscitano talora in questi ultimi perfino gelosie o invidie.
Per quanto riguarda l'Ottocento, in cui erano diffusi la pratica e il piacere
della musica, è risaputo che fu un secolo ricco di esponenti dell'aristocrazia
che si sono rivelati dilettanti eccezionali. A comprova di ciò ci limitiamo
a citare alcuni tra i tanti nomi: Federico II di Prussia, Aleksandr Borodin,
Tommaso Albinoni. In particolare ricordiamo il conte Pompeo Belgioioso, autore
di romanze, ma anche dotato di una notevole voce di basso, il quale nel 1842
fu richiesto espressamente dall'amico Gioacchino Rossini per l'esecuzione del
suo Stabat Mater all'Archiginnasio di Bologna sotto la direzione di Gaetano
Donizetti, accanto a interpreti del calibro di Giara Novello e Nikolas Ivanov.
Orbene con il presente lavoro ci siamo prefìssi lo scopo di far emergere
da un ingiusto silenzio, ormai più che secolare, i nomi di quei personaggi
appartenenti all'aristocrazia goriziana i quali ebbero un contatto più
diretto con quell'Arte che ha la magìa di rivelare ai cuori quel che
nessuna scienza può rivelare alle menti. E ciò nella speranza
che questo modesto lavoro valga ad aprire una finestra sulla vita della società
goriziana in cui la musica ha svolto un ruolo non irrilevante.
Scorrendo le pagine che seguono, il lettore si inoltrerà in una sorta
di galleria dalle cui pareti pendono dei medaglioni: sono i profili di nobildonne
e nobiluomini la cui gorizianità non è legata soltanto al luogo
che ha dato ad essi i natali, ma anche alla loro più o meno prolungata
residenza a Gorizia o alla origine della loro famiglia.
Forniti di particolari doti, essi ebbero il merito di essersi dedicati all'Arte
divina con grande interesse ed ammirevole costanza e di aver Tatto musica' a
un tale livello che la qualifica di «nobile dilettante» comunemente,
e forse sbrigativamente, loro attribuita, non può essere intesa che nell'accezione
più alta e più nobile ed è perciò che questi personaggi
sono degni di essere riscoperti.
Tuttavia per ragioni di completezza non possiamo esimerci dal premettere la
presentazione, sia pure a volo d'uccello (anche perché l'argomento non
è rimasto del tutto inesplorato), di alcune iniziative di carattere musicale
patrocinate dai nobili goriziani per mettere in evidenza il mecenatismo musicale
dell'aristocrazia locale attraverso i secoli.
Gioacchino Grasso