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BIBLIOTECHINA DEL CURIOSO
COSE
E OMBRE DI UNO prefazione di Fulvio Salimbeni |
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L'attività letteraria e intellettuale di Carlo Stuparich si racchiude in un brevissimo arco di tempo - dal 1911 al 1916 - ma sufficiente perché si rivelasse un talento eccezionale di scrittore e di pensatore che lo avrebbe fatto conoscere ed imporre tra le personalità più significative del nutrito gruppo di intellettuali triestini che si trovarono a Firenze e che contribuirono ampiamente a dare sostanza e nerbo a quella fucina di idee e di proposte che fu la prezzoliniana "Voce". Ma la figura di Carlo Stuparich è stata sempre lasciata sfocarsi in una ingiustificata marginalità rispetto all'ampia divulgazione dell'opera del fratello Giani. Certo l'opera di Carlo è esile, abbozzata, frammentaria giacché è l'opera di un giovane scomparso a nemmeno 23 anni ma già così profonda, così acuta, così penetrante nei suoi giudizi e nelle sue osservazioni da parere stupefacente in una mente quasi ancora fanciullesca ma di una precocità e di una maturità sorprendenti.
Introvabili già da tempo i suoi scritti anche sul mercato antiquario - non solo la mitica prima edizione che fu curata dal fratello Giani per i tipi de "La Voce" nel 1919 ma pure le successive due del 1933 e 1968 - una riproposta di essi appariva doverosa e in questa direzione è andato il quinto volumetto della "Bibliotechina" con un'ampia scelta di pagine tratte dal libro di Carlo, Cose e ombre di uno, curate e annotate da Fulvio Salimbeni.
Carlo Stuparich, nato a Trieste nell'agosto del 1894, dopo gli studi primari e secondari nella città natale, seguì nel 1913 il fratello Giani a Firenze dove rimase fino allo scoppio della prima guerra mondiale. A Firenze fu parte attiva e vivace del movimento "vociano" collaborando alla rivista di Prezzolini e frequentando la Facoltà di lettere e filosofia dell'Università. Arruolatosi volontario come ufficiale dei granatieri nell'esercito italiano, con Giani e con l'amico inseparabile Scipio Slataper partecipò a diverse azioni belliche nella zona di Monfalcone e di Asiago. Qui fu circondato dal nemico e per non cadere nelle sue mani si uccise il 30 maggio del 1916.
Le pagine del libro contengono i momenti più approfonditi e avvolgenti del pensiero e dell'azione di Carlo Stuparich e ritmano quasi anno per anno, momento per momento le fasi salienti di una maturazione letteraria ed intellettuale che l'avrebbero portato certamente ad un'esplosione intensa se il destino non l'avesse annullato così drammaticamente. Poche pagine ma bastanti a tracciare di lui un quadro di grande scavo, di profondo pensiero e di autentica ispirazione. Memore sempre dell'alta lezione di De Sanctis, Carlo Stuparich ingloba in sé emblematicamente i molti aspetti del più vasto dramma della sua generazione con un'esperienza che dallo scetticismo risale alla fede e dal pessimismo ascende ad una certezza basata sull'esperienza della vita concreta e palpitante e su un sofferto ma pacato equilibrio umano: con il suo lucido "esame di esistenza" Carlo Stuparich è riuscito ad essere ciò che lui stesso ebbe a dire: un "buon compositore di vita".
Il libro è stato presentato dal prof. Arduino Agnelli, il 17 ottobre 2002, nella sala del Circolo delle Assicurazioni Generali, a Trieste. Introduzione di Tino Sangiglio e letture di Mariuccia Coretti.